L’intervento rientra nella Linea di azione del progetto naturAzioni “Percorsi d’acqua” . Riportiamo il racconto della prima fase dei lavori – la seconda sarà eseguita nel 2024 – inviatoci direttamente dai protagonisti.
Si è recentemente conclusa la prima parte dell’opera di recupero delle murature superstiti del Lazzaretto di Verona che ha riguardato il corpo sud, ovest e nord ovest del sito e che ha visto, come protagonisti, gli studenti della classe prima del corso di formazione superiore di Tecnico del restauro di beni culturali dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona.
I ragazzi, coordinati dai restauratori Cristina Calosci, Cristina Giacalone, Silvia Gravina, Sabrina Piantavigna e Giovanni Rossetto, hanno completato con dedizione e professionalità l’intervento.
Si tratta di un complesso lavoro di messa in sicurezza e restauro di parti delle superfici murarie e lapidee di un luogo intriso di memoria che non verteva in un buono stato conservativo: in parte a causa di attività vandaliche e in parte a causa dei diversi usi, rispetto alla destinazione sanitaria originale che il Lazzaretto di Verona, costruito nella seconda metà del XVI secolo, ha visto negli anni.
In particolare, l’impiego come magazzino e deposito di munizioni e la conseguente esplosione, avvenuta nel 1945, hanno danneggiato notevolmente il sito, facendolo diventare un rudere da mantenere come tale, consolidare, conservare e valorizzare per renderlo fruibile alla cittadinanza.
L’intervento autorizzato dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza (protocollo N. 0201296/2023 del 26/05/2023) ha visto, per quanto riguarda il corpo sud ovest, dopo una pulitura generale della superficie, una pulitura puntuale, mediante prodotti non tossici, atta ad eliminare la presenza di degrado antropico, ovvero scritte vandaliche sulla superficie muraria.
Si è poi provveduto all’allettamento dei ciottoli, al consolidamento dell’intonaco e a stuccare con il fine di impedire, il più possibile, le infiltrazioni e il ristagno di acqua.
Importante operazione è stata quella del consolidamento statico attuata inserendo centine in legno a sostegno degli archi del muro, e dopo aver rimosso le radici delle piante superiori ramificatesi nella muratura, inserendo mattoni nelle parti mancanti così da conferire nuovamente compattezza all’apparato murario e infine apponendo puntelli in ferro.
Per quanto riguarda il recupero delle murature superstiti del corpo nord ovest, è stata asportata la vegetazione infestante, rimossi muschi e licheni e tolta la terra depositata in eccesso fra le pietre.
A tale operazione è seguito il consolidamento e il riallettamento dei ciottoli con successiva stuccatura delle fughe mediante riproposizione della malta di allettamento originale.
Tale progetto ha non solo permesso ai ragazzi di farsi portavoce del messaggio che la manutenzione parte dai cittadini ed è destinata ai cittadini ma ha dato loro la possibilità di cimentarsi nelle impervie vie della conservazione e del restauro, meditando su concetti, che ai più potrebbero apparire come antitetici, quali la teoria e la pratica ma che si fondono alla perfezione nelle operazioni di restauro.
Restauratrice responsabile dei lavori: Sabrina Piantavigna
Progetto: arch. Maria Grazia Martelletto
Direzione lavori e opere di conservazione superfici: arch. Michele Moserle
Progetto e direzioni lavori opere strutturali: ing. Michele Ongarelli
Relazione geologica: dott.ssa Anna Maria Ferrari
Docenti restauratori: Cristina Calosci, Cristina Giacalone, Silvia Gravina, Giovanni Rossetto
Ecco le testimonianze di alcuni allievi della classe I^ del Corso di formazione superiore di “Tecnico del restauro di beni culturali” dell’Istituto Salesiano San Zeno di Verona – a.s. 2022-2023